martedì 15 maggio 2012

Recensione, Baciando il Cielo

Baciando il Cielo è un manga di Kotaro Takemoto a tematica bara (bara manga) pubblicato dalla casa editrice Renbooks a Luglio 2011 al prezzo di 13,00 €. Baciando il Cielo è il primissimo bara manga ad approdare in Italia, nonché il primo volume pubblicato dalla casa editrice Renbooks. Con quest'opera, Renbooks ha esonerato per sempre l'Italia dai paesi che ancora non hanno visto un manga di questo genere pubblicato. Il genere dal canto suo è piuttosto delicato e principalmente di nicchia. I bara manga infatti sono volumi concepiti da autori omosessuali (in questo uomini) per un pubblico di lettori uomini gay. I contenuti trattati, infatti, sono solitamente legati a tutto ciò che fa parte del mondo gay con una particolare attenzione all'apparato sessuale. Tuttavia mi sento di dire che Baciando il Cielo è un bara manga abbastanza ambiguo poiché sembra distaccarsi parecchio dai soliti contenuti presenti in questo genere di pubblicazioni.





Il volume si dipana in 10 one-shot auto conclusive di cui solo quella intitolata "Tavolo per tre" si protrae in tre parti. Ogni storia racconta una situazione diversa, con personaggi diversi e sentimenti diversi, benché molti poi finiscano per agglomerasi a quelli già presentati. Veniamo così trasportati dalla lettura a conoscere le storie di uomini che vivono la loro omosessualità in svariati modi, tutti personali. Nella prima storia l'autore ci mostra per esempio sentimenti di gelosia e fiducia reciproca legati alla figura dell'ex ragazzo, ma soprattutto ci pone un quesito importante "conosciamo veramente i sentimenti del nostro partner?". Nella seconda abbiamo il tradimento e il senso di abbandono. A volte il tempo e le situazioni indefinite fanno più male delle stesse parole, attendere una telefonata che mai arriverà e accettare la possibilità che quella storia sia finita, ma soprattutto avere la forza di ricominciare. La terza storia parla di sentimenti nascenti, il fiorire di un emozione palesatasi dopo svariati gesti di gentilezza da parte di un'altra persona, senza un motivo particolare, non per interesse ma solo per buon cuore. Abbiamo poi i sentimenti inconfessati, un'adolescenza passata a reprimere i sentimenti per il nostro miglior amico, la persona con la quale abbiamo condiviso i momenti migliori e i peggiori. Il senso di frustrazione e disperazione per una vita che ci impedisce con i suoi limiti e le sue imposizioni di vivere il nostro amore. L'essere lasciati e il guardare avanti è il tema del quinto racconto, quando il mondo ci crolla addosso è facile pensare subito a farla finita, ma la sfida più grande è ricominciare e a volte anche l'appoggio del commesso del supermercato di fiducia può mostrare risvolti interessanti. Un tavolo per tre occupa lo spazio di tre storie e dimostra come il cuore umano sia insicuro e terrorizzato dalla sofferenza. Il protagonista soffre di grande solitudine, il suo compagno è sempre immerso nel lavoro e sono più le volte in cui resta da solo che avvolto dal calore del suo amante. Subentra quindi il tradimento, la via più facile per riacquistare il calore perduto tra le braccia di un'altro, ma l'egoismo ci impedisce di vedere i sentimenti dell'altro e alla fine forse restare momentaneamente da solo è la scelta migliore che giocare con i sentimenti delle persone che ci amano. La penultima storia è un simpatico sketch tra due ragazzi alla disperata ricerca di una Christmas Cake, la notte della vigilia. Con simpatia e un pizzico di melanconia Takemoto ci parla del vacillare delle fiducia in noi stessi, quando pensiamo di non valere abbastanza per poter essere al centro dell'attenzione della persona amata. L'autore chiude il volume parlando ancora dei sentimenti nascosti. L'incontro tutt'altro che usuale con la persona per la quale abbiamo sempre provato qualcosa pizzica corde a lungo allentate, ma il momento è fugace e anche un unico contatto fisico riesce a darci un momentaneo e intenso piacere. Tuttavia le parole che da tempo avremmo voluto dire si perdono tra la neve che cade, coperte dal frastuono di un treno che passa.

Lo stile narrativo di Takemoto è squisitamente dolce, ma non sdolcinato con un onnipresente velo di melanconia. I suoi temi sono legati allo slice of life, a situazioni del tutto reali e ampiamente visitate. Riesce a farti affezionare ai suoi personaggi a sentire empatia con loro, a desiderare che le cose per loro non possano che volgere al meglio. I sentimenti sono trattati con grande delicatezza e quasi al massimo della loro purezza, in tutto il volume ci sono solo due scene che mostrano i personaggi in profonda intimità ma non risultano assolutamente volgari, anzi mostrano quasi una fanciullesca passione.


Lo stile grafico è incredibilmente particolare, a prima vista ricorda gli shoujo manga degli anni 80 dove il tratto morbido, gli occhi brillanti, dolci e malinconici e gli elementi floreali legati alla natura erano gli elementi forti che tanto ce li hanno fatti amare. Takemoto scherzosamente definisce i suoi personaggi "in sovrappeso" per via del suo modo di raffigurarli particolarmente tondeggianti. Effettivamente i volti e i corpi risultano leggermente più abbondanti di quelli che siamo solitamente abituati a vedere nei manga, ma secondo me questo conferisce a loro una innata dolcezza che ti spinge a volerli abbracciare.

Assolutamente un piccolo gioiellino, mi pento amaramente di non averlo letto prima, ho apprezzato ogni singola pagina. Perfetto per avvicinarsi ai bara manga in quanto, come dicevo all'inizio non sembra nemmeno appartenere a questo genere. Spero vivamente che la Renbooks porti altre opere di questo autore qualora siano disponibili in Giappone.

2 commenti:

  1. Bellissima recensione! Grazieee!!!

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  2. Figurati Nino, è sempre un piacere ^_-
    Nei prossimi giorni leggerò Shirtlifter e Virtus, quindi asppettatevi una recensione anche per loro ^_^

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