sabato 5 gennaio 2013

Recensione: Shirtlifter di Steve MacIsaac

Shirtlifter è una serie di fumetti scritta e illustrata da Steve MacIsaac, in patria conta al momento 4 volumi. In Italia l'opera è proposta dalla Renbooks in edizione brossurata di circa 96 pagine interamente stampate a colori su una bella carta spessa e resistente. L'albo racchiude 11 storie di cui la prima compone interamente il primo volume ordinale mentre le restanti 10 sono racchiuse nel secondo.

Le storie di Shirtlifter trattano nella sua integrità del mondo gay. Nella prima storia viene affrontato il tema del rapporto tra sesso e amore in una relazione tra due partner emigrati in Giappone dagli Stati Uniti, tuttavia con il dipanarsi della trama viene affrontato anche il tradimento, il senso di smarrimento e il disagio affettivo. Passiamo poi "all'avventura" nel senso di rapporto occasionale consumato in un momento totalmente inatteso, ma viene affiancato anche dall'incertezza, la paura e la consapevolezza di volersi nascondere dietro un rapporto comune magari perpetrato senza amore. Una sorta di "cosa sarebbe successo se quella volta avessi...". Abbiamo poi piccole storie che affrontano argomenti delicati come il rapporto con la famiglia, la dura realtà delle malattie sessualmente trasmesse come l'aids e il saper anteporre la ragione all'istinto e gli incontri in chat e l'intricato quanto libidinoso mondo della pornografia. L'ultima parte dell'albo tratta dei diritti sociali e umani, il difficile rapporto con gli altri e la paura di mettersi in mostra o scoprirsi attraverso il coming out. Molto bella è la concezione della "maschera" vista come il cambiare il proprio aspetto modificando il look o l'acconciatura in modo da nascondere quello che c'è realmente sotto.



Ciò che colpisce sicuramente il lettore fin dalle prime tavole è il particolarissimo tratto grafico di MacIsaac in cui linea e riempimento creano dei contrasti incredibilmente accentuati e devo dire anche un atmosfera abbastanza vintage soprattutto nella prima storia "Letti Disfatti" grazie al  prepotente uso del nero e del seppia. Il disegno non è propriamente nitido, non abbiamo elementi tracciati mediante il righello ma le proporzioni restano squisitamente azzeccate e i particolari seppur attenuati non mancano di comparire. Anche il linguaggio fa la sua parte e l'autore non si risparmia su espressioni colorite e particolarmente lascive soprattutto durante i rapporti sessuali ma i dialoghi trattengono l'attenzione del lettore grazie anche a una buona introspezione psicologica e argomentazioni varie.

Un ottimo spaccato di vita omosessuale in tutte le sue forme, un buon connubio di esplicita schiettezza e conturbante realtà dettata anche in buona parte dalla componente autobiografica delle storie.

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