domenica 2 giugno 2013

Sindrome di Manticora Autoproduzioni

C'è l'ho fatta! dopo ben 9 mesi (sì, lo so, sono a dir poco indecente) sono riuscito a leggere Sindrome volume prodotto dal Collettivo Manticora.



Cominciamo questa recensione facendo una piccola introduzione. Sindrome è un volume a fumetti frutto della collaborazione di otto giovani artisti italiani. L'albo è suddiviso in sette storie autoconclusive, che trattano ognuna, come indica il titolo di una "sindrome" diversa, ovvero particolari patologie che quasi sempre interessano il campo psicologico dell'essere umano (inoltre, alla fine di ogni racconto c'è un interessante approfondimento sulla patologia). Ogni storia è pensata, scritta e illustrata da uno degli autori, e ciò rende ogni racconto molto personale e offre interpretazioni e stili narrativi incredibilmente vari.




1° Racconto
Sindrome di STOCCOLMA
La casa degli orrori di Francesco de Stena


Il primo lugubre racconto che apre il volume tratta di un caso realmente avvenuto di cronaca nera. Eddy, il protagonista, è il primo serial killer riconosciuto della storia, la sua adolescenza è stata segnata profondamente dagli insegnamenti poco ortodossi, diversamente da come volevano apparire della madre che fin dalla tenera età l'ha allevato esponendolo a barbarici macellamenti di suini e considerazioni a dir poco deplorevoli nei confronti delle donne. Ed è proprio verso le donne che Eddy in seguito manifesta la sua malata attenzione. Con sapiente e terrificante attenzione s'impegna a dissotterrare le tombe di quelle donne che possiedono una parte del corpo che ad Eddy ricorda la sua adorata madre fino a realizzare un vero e proprio costume di pelle umana da indossare per impersonare il defunto genitore.


Francesco de Stena è risuscito a realizzare un suggestivo e terrificante noir, dalle tinte fortemente horror. Il suo stile classico ricorda molto i grandi fumetti italiani editi dalla Bonelli che unito al suo sapiente uso dell'inchiostro, crea delle tavole pulsanti di vita. I neri antri della casa degli orrori di Eddy accentuano il suo distorto sentimento facendoci provare brividi di paura. Un autore da tenere sott'occhio, penso che con questo genere abbia trovato il rubinetto col quale far defluire la sua vena artistica.



2° Racconto
Sindrome di WORKAHOLISM
Loop di Anna Ferrari


Dalle tetre atmosfere del primo racconto passiamo a uno che si presenta quasi solo con l'uso delle immagini. Ogni pagina è totalmente priva di strutture tipiche di un fumetto (gabbie, balloon ecc.), le illustrazioni occupano totalmente lo spazio, creando una narrazione continua e dinamica e molto teatrale. Lo stile quasi fanciullesco della rappresentazione tratta in realtà una patologia che potremmo riscontrare con maggiore facilità nel mondo degli adulti. Infatti, il nostro piccolo protagonista è affetto da un comportamento ossessivo-compulsivo legato al suo lavoro. Il pensiero costante e martellante di dover "fare" "lavorare" "cercare" l'estranea da tutto quello che lo circonda, arriva a dimenticarsi dei suoi cari e perde perfino la concezione della sua vita, servita con noncuranza per essere ghermita dagli artigli della società (chi ha letto il volume capirà il doppio senso).


Anna Ferrari crea un vero e proprio film muto, l'azione è concentrata ed espressa totalmente dal topolino. Accompagnato dal lettering pulito e classico, sembra quasi di sentire in sottofondo una musichetta tipica dei vecchi film in bianco e nero che sapevano coinvolgerti semplicemente con l'uso di pochi elementi narrativi. Complimenti all'autrice, non è da tutti saper impostare un racconto che si regge su concetti primari. Spero di vedere in futuro altri lavori di questa ragazza.



3° Racconto
Sindrome di STENDHAL
Responsio di Flavia Biondi


La nostra amata Nathanielle di "Barba di Perle" torna in questo volume con una storia sicuramente esilarante e leggermente irriverente ;) I due giovani artisti protagonisti di questo racconto stanno per presentare una mostra nel quale esporranno per la prima volta le loro opere. Mentre il primo è altezzoso, arrogante e vero promotore della mostra (data la sua discendenza da un famoso artista) il secondo è decisamente più mite, riservato e modesto e secondo il suo "amico" deve la fortuna di poter esporre le suo opere solamente a lui. Il nostro "amico fortunato" soffre inoltre di una particolare condizione psicologica che gli rende difficile esplicare i suoi bisogni fisiologici liquidi in luoghi pubblici se non servendosi di alcune operazioni matematiche ad alta voce.


La nostra cara Flavia, con il suo inconfondibile tratto già ampiamente amato da me nel suo primo lavoro introduce la sindrome di stendhal che provoca un improvviso svenimento nella persona che osserva un'opera d'arte per lui particolarmente maestosa mascherandola come vendetta dell'artista che ha subito le prepotenze psicologiche del collega il quale si ritroverà vittima di una "particolare" versione di questa sindrome. Più che altro particolare è il modo in cui questa è scatenata, ma non vi dico altro, dovete leggere il volume ;P



4° Racconto
Sindrome di CAPGRAS
Henrì di Lorenza de Luca


Molto particolare e velata di mistero fino alla fine, è la quarta storia del volume. Henrì è un giovane fanciullo dotato di straordinarie capacità, apprezzato da tutti i membri dell'aristocrazia insieme a suo fratello Charles e a sua sorella maggiore Marianne. Nonostante la grande fama, il più grande desiderio del piccolo Henrì è di fuggire dalla quotidianità, fatta di spettacoli, apprezzamenti e considerazioni di circostanza, del tutto freddi e meccanici, quello che la gente sta applaudendo non è Henrì ma la sua innata capacità di intrattenerli con svariate arti. Tutto sembra così finto e preparato, le stesse persone sembrano gusci vuoti contenenti qualche genere di meccanismo che li fa muovere, parlare, occupare uno spazio. Il desiderio di Henrì purtroppo è destinato a non realizzarsi, esso può solo sognare, vagare con l'immaginazione, sempre che il suo meccanismo interno glie lo permetta.


Lo stile di Lorenza de Luca è molto raffinato con un occhio particolare per i temi classici. Le sue figure, soprattutto quelle femminili ricordano molto le iconografie della Vergine Maria che possiamo trovare per esempio in famose pale d'altare. La cura per gli abiti e le scenografie trasportano il lettore in realtà storiche straordinarie, nella nostra storia per esempio sembra quasi di respirare e vivere le antiche corti francesi come quelle di Maria Antonietta o Luigi XIV.



5° Racconto
Sindrome di ASPERGER
Lo sciroppo intelligente di Francesca Piscitelli


Il racconto stilisticamente più grazioso è senza ombra di dubbio il quinto. La nostra deliziosa protagonista è una giovane studentessa oppressa dal pensiero di dover studiare per il compito in classe. Il suo tormento è talmente grande che chiede aiuto alla madre per il martellante mal di testa che le è venuto a furia di pensarci. La madre le consiglia di prendere un'aspirina e non trovandone in casa la ragazza si mette a fare il giro della città per cercare una farmacia. Finalmente la trova e il medico proprietario le propina un farmaco che afferma, essere miracoloso. Grazie ad esso tutto diventa incredibilmente facile per la ragazza, i calcoli sono semplicissimi, la musica non ha più segreti e il mal di testa finalmente è passato. Tuttavia la troppa genialità a volte può essere rischiosa e forse è meglio non superare le dosi consigliate.


Francesca Piscitelli crea una giovane sweet lolita immergendola quasi in un mondo alla "Alice in Wonderland". Il suo stile molto colorato dai toni pastello ricorda quasi una favola, con accenni leggermente vintage. E' impossibile non amare le sue bamboline vittoriane che ci insegnano a non esagerare mai con le scorciatoie, a volte è meglio basarsi sulle proprie forze, l'impegno ripaga sempre.



6° Racconto
Sindrome di PETER PAN
Peter di Ivan Lodi


Probabilmente una tra le più conosciute, la sindrome di Peter Pan non poteva mancare in questa raccolta e ci viene proposta con uno stile molto moderno e frizzante. Peter, il protagonista, vive in due mondi paralleli, quello della realtà e quello della sua immaginazione. Purtroppo uno dei due, immaginate quale, prende molte volte il sopravvento sull'altro e così il nostro Peter si ritrova a vedere tutte le persone che incontra e i luoghi in cui si reca trasformati in creature, personaggi e paesaggi dei racconti fantasy e dei grandi giochi ruoli quali Dungeons & Dragons. Ecco che la bella ragazza seduta vicino a lui al fast food diventa una splendida principessa elfica per poi diventare un'inquietante orchessa non appena comincia a parlare di argomenti leggermente più spinti con la sua amica. Quando la sua immaginazione si fa troppo fervida Peter cerca di scappare da questo mondo immaginario per poi piombarci nuovamente dentro non appena arriva alla festa a tema fantasy organizzata dai suoi amici.


Lo stile di Ivan Lodi punta molto sulle caricature, riesce a dare a ogni personaggio un aspetto unico che attira subito il lettore. Riesce a giocare con l'ambiente circostante per creare situazioni particolarissime nelle quali riesce molto bene a inserire le varie figure. Gioca inoltre molto col colore per creare delle belle prospettive, le figure in primo piano presentano colori notevolmente più carichi di quelle sullo sfondo. Uno stile interessante e molto simpatico, spero di vedere qualcos'altro di suo.



7° Racconto
Sindrome di RAYNAUD
Notizie di prima mano di Valeria Urnello


L'ultima storia è quella che aimè devo ammetterlo purtroppo, mi ha coinvolto meno, ma non per questo manca di struttura e di profondità, infatti, v'illustro ciò che mi ha colpito. La sindrome trattata in questa storia causa tramite una serie di fenomeni il cambiamento di colore delle mani e in particolare della punta delle dita, da una tonalità molto pallida possono diventare quasi violacee. Ebbene la storia racconta di come una bambina nata con questo disturbo abbia capovolto la situazione a proprio vantaggio, diventando una vera icona di stile e lanciando il pensiero positivo che anche le difficoltà della vita possono portare benefici. Questa sua positività ha portato molte donne a emulare il suo stile arrivando persino a colorarsi le mani nello stesso modo in cui la sindrome le ha lasciate alla diva.


Valeria ha uno stile molto fanciullesco, i tratti dei personaggi per certi versi possono essere considerati ancora acerbi, mentre il suo uso del colore, in particolare mediante i pastelli è molto interessante. Ha una buonissima stesura e riesce anche a creare ombreggiature e punti di luce senza servirsi del nero e del bianco. In questo racconto l'autrice ha voluto usare per le sue tavole un'impaginazione a rivista o quotidiano così da conferire maggiore enfasi allo status della protagonista e fare una vera cronaca del suo successo. Tuttavia le tavole così spezzate finiscono per intaccare anche la narrazione che risulta poco fluida e compatta. Ecco spiegato il motivo per cui questa storia mi ha coinvolto poco, ma non dubito che in futuro l'autrice riuscirà a sorprenderci sviluppando al meglio i suoi punti di forza.



Illustrazioni all'inizio di ogni storia
Iside Vallese


Ultima ma non meno importante una considerazione va fatta sulle illustrazioni che troviamo all'inizio di ogni racconto, opere della bravissima Iside Vallese. L'artista ci regala raffigurazioni di quelli che potrebbero essere divinità pagane, creature antropomorfe create dall'unione quasi alchemica di umani e animali o addirittura macchine. Automi dall'apparenza mistica o alieni di una terra lontana. Lo stile grafico decisamente accattivante ti spinge a ricercare e ad asservare anche il minimo particolare di ogni immagine perché nascosto in mezzo alle decorazioni potrebbe esserci qualcos'altro. Un utilizzo davvero maestoso del colore in svariate sfaccettature, sgargianti ma anche fredde e metalliche. Un bellissimo uso del nero e del bianco che rendono ancora più imponenti le figure.


Per concludere vorrei fare qualche ultima considerazione sul volume. Per cominciare vorrei concentrare la vostra attenzione sulla cura che è stata prestata per realizzarlo. Benché sia un volume brossurato, la qualità di stampa è indubbiamente ottima, la carta semilucida rende perfettamente il colore delle tavole e i neri appaiono pieni e puri. L'impaginazione e il lettering sono puliti e molto comprensibili e ognuno si adatta perfettamente alla storia trattata. Sindrome si presenta proprio come un fascicolo sanitario ampiamente utilizzato e con un'aura squisitamente vintage. Tutti gli effetti stampati, le texture, le macchie e il colore vagamente ingiallito accentuano il suo aspetto vissuto ma non lo appesantiscono minimamente.
Proseguendo un grande applauso va sicuramente agli otto artisti che hanno reso possibile la realizzazione di quest'albo. Otto giovani artisti che incarnano perfettamente ciò di cui la nostra Italia e soprattutto la sua arte hanno bisogno, nuovi orizzonti, nuovi mezzi di espressione artistica, la consapevolezza di possedere un grande talento e di non avere paura a mettersi in gioco ed esporsi alla critica. Veramente bravissimi tutti quanti, con questo volume hanno già dimostrato di saper portare il fumetto italiano a livelli decisamente elevati mescolando tantissimi stili differenti per creare un'unica grande opera.


Se amate il fumetto, ma vi piace anche l'eccentricità e il gusto fresco delle nuove narrazioni Sindrome fa sicuramente per voi. Compratelo e sostenete questi ragazzi, hanno bisogno del nostro aiuto per affermarsi e accrescere il loro potenziale.

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