giovedì 17 ottobre 2013

Recensione "Rainbow" di George Abe e Masasumi Kakizaki

Oggi vi parlo di uno dei titoli annunciati lo scorso Napoli Comicon dalla Panini Comics e di cui è recentemente uscito il primo volume in fumetteria. Sto parlando di Rainbow, un seinen scritto da George Abe e illustrato da Masasumi Kakizaki. Rainbow è stato pubblicato dal 2002 in patria sulle riviste Big Comic Spirits e Young Sunday dell'editore Shogakukan e raccolto poi in 22 tankobon. Nel 2005 il manga riceve il premio Shogakukan Manga Award per la categoria seinen insieme a "A spirit of the sun" di Kaiji Kawaguchi e nel 2010 viene trasposto in una serie animata di 26 episodi prodotti dallo studio Madhouse e diretti da Hiroshi Koujin, che vengono trasmessi tra aprile e settembre dello stesso anno sul network NTV.


Siamo nel 1955 e sullo sfondo di un Giappone ancora particolarmente provato dalla tragedia della Seconda Guerra Mondiale sette adolescenti vengono condotti in catene nel riformatorio Shonan. Appena arrivati vengono sottoposti alla visita medica del Dottor Sasaki un viscido individuo che dimostra fin da subito di provare un perverso piacere nell'esaminare le parti più intime dei sette ragazzi con lo scopo apparente di valutare le loro condizioni si salute e di verificare che non abbiano nascosto niente nei loro orifizi.



Una volta terminata questa prima umiliazione vengono condotti dalla guardia Ishihara, altra raccapricciante figura dell'istituto, nella loro cella già occupata da un altro ragazzo. L'incontro tra i ragazzi e il loro nuovo compagno di prigionia scatena subito qualche attrito che sfocia in una esasperante rissa all'ultimo colpo e che termina con la vittoria di Rokurota Sakuragi (il ragazzo che era già nella cella). A differenza di quello che si possa pensare però Sakuragi dimostra subito di possedere una maturità strabiliante per i suoi 18 anni, la sua grande forza è accompagnata da una struggente gentilezza che colpisce all'istante tutti gli altri ragazzi che capiscono di essere compresi dal loro nuovo compagno e non compatiti. La personalità quasi paterna di Sakuragi gli fa guadagnare il soprannome di Fratellone e il ragazzo è fortemente intenzionato di tornare a respirare l'aria della libertà insieme ai suoi nuovi compagni nel giro di due anni. Quello che tuttavia Sakuragi già in parte sa ma che i suoi compagni ancora ignorano è che la realtà del riformatorio è più dura di quello che si possa pensare, al suo interno nessuno sarà gentile con loro e non riceveranno trattamenti di favore senza contare i terribili personaggi che si aggirano tra i muri dell'istituto, come il dottor Sasaki e Ishihara. Personalità deviate e perverse che assecondano senza limite alcuno le loro brame di lussuria, violenza e un completo abbandono alla follia più pura. Col proseguire dei capitoli verranno illustrati man mano i passati di Mario (detto Mario), Tadayoshi (detto Soldato), Ryuji (detto Truffatore), Mansaku (detto Verza), Jou (detto Joe), Noboru (detto Suppon) e lo stesso Sakuragi, apparentemente vittime di un mondo troppo crudele che non contempla il minimo errore, traditi dalle loro stesse buone, sotto svariati punti di vista, azioni e condannati a una tortura fisica e psicologica schiaccianti. Solo l'amore e l'amicizia nata tra i ragazzi potrà in qualche modo elevare i loro spiriti a non mollare ed affrontare la prova più difficile della loro vita, ma come è possibile trovare simili sentimenti in un inferno dove prevalgono sofferenza e dolore?



A dispetto del titolo così carico di luce e speranze, Rainbow si presenta in realtà con una forte connotazione tragica. George Abe catapulta il lettore nella realtà della criminalità minorile dove il colpo allo stomaco ricevuto si ripercuote per tutta la lettura. La realtà descritta è violenta e cosparsa di ferite sanguinanti, la vita ha riservato ad ogni protagonista della storia una lancinante pugnalata nella schiena schiacciandoli sotto il peso di un destino carico di tenebre e con solo una fievole luce alla quale aggrapparsi. L'autore pone una grande attenzione per le emozioni provate dai singoli personaggi che sono poi fortemente enfatizzate dai disegni carichi di pathos di Kakizaki. Le lacrime scorrono come fiumi nella continua lotta interiore per l'accettazione di un destino ormai segnato dagli stessi soprusi e maltrattamenti che hanno dovuto assorbire prima di essere rinchiusi. Vengono toccati moltissimi aspetti delicati come la prostituzione minorile, le violenze, lo stupro, l'omicidio, il furto e perfino il parricidio. Ognuno degli otto adolescenti hanno dovuto subire oppure provocare per motivazioni all'inizio ancora sconosciute almeno uno dei crimini elencati e l'autore integra perfettamente questi gesti nelle storie personali dei detenuti creando un omogeneo passato di dolore. Grande concentrazione è poi data alle perversioni dell'animo umano che vengono proposte con raffigurazioni particolarmente grottesche e cariche di sofferenza. Il male profondamente radicato negli antagonisti della storia pone i ragazzi in una sorta di inferno dantesco dove essi devono attraversare gli svariati cerchi dannati per poter giungere alla fine di ogni giornata.


Trovo i disegni di Masasumi Kakizaki semplicemente fantastici per questa storia. Grande attenzione viene impiegata per i dettagli, abbiamo infatti un ampio uso dei retini che tuttavia, accompagnato da un potente uso della china non crea fastidio, anzi risulta quasi come un elaborato lavoro di matita che produce dei chiaroscuri favolosi. Come dicevo prima poi Kakizaki riesce a caricare di grande emotività i volti dei personaggi tanto da riuscire quasi a trasfigurarli negli sfoghi di rabbia repressa (favolosa secondo me la maschera quasi demoniaca che assume il volto di Mario quando sta per scagliarsi per la prima volta contro Sakuragi) e disperazione acuta. Di grande impatto è poi il grande uso di linee di proiezione che conferiscono a certe scene un'atmosfera di gravità schiacciante.


Un manga profondo, particolarmente maturo e dal taglio decisamente crudo. Una storia che esalta la ricerca della punta della piramide dei sentimenti umani in una realtà di malvagità, agonia e un senso di soffocante abbandono. Sicuramente non adatto a tutti ma che mi sento di consigliare senza limitazioni a chiunque voglia interagire con una lettura che stimola particolarmente l'emotività.

7 commenti:

  1. Non vedo l'ora di averlo.. più ne leggo in giro più lo voglio! :p

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  2. Secondo me Nyu è una lettura veramente valida e alternativa.
    Già l'anime mi aveva parecchio emozionato ma il manga possiede decisamente quel tocco in più che ti fa apprezzare la bravura dei due autori.

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  3. Non leggo la recensione perché l'ho già ordinato e, fumettaro permettendo, presto sarà mio (di solito cerco di spoilerarmi il meno possibile). Già solo con le poche immagini che avevo visto mi avevi convinta! Appena lo prendo ripasso e ti lascio un commento più sensato :D

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  4. Conosco la tua politica Acalia e l'approvo appieno ;)
    Allora attendo che anche tu l'abbia letto per sapere le tue considerazioni.
    Sono sicuro che ti piacerà :)

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  5. et voilà, su questo passo senza pensarci troppo, che di tristezza e dolore ognuno ne sperimenta anche troppo nella vita e almeno le letture voglio che mi aiutino a sentirmi meglio :P

    però hermie caro sappi che mi rifarò con lucca, poi ti scrivo per mandarti lista e soldinini per un po' di robe belle, sperando che nel frattempo tu non te ne stia pentendo XD (è poca roba, giurin giurello! XD)

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  6. Ma no clacca non fare così XD
    E' vero, a prima vista Rainbow potrà sembrare troppo cruento ma continuando la lettura la storia finisce per coinvolgerti e cominci anche a vedere tutta la sofferenza e il dolore mostrati nella loro complessità e tutto diventa meno traumatico. Se puoi facci comunque un pensierino (magari mentre è ancora in offerta), però non voglio costringerti, ognuno ha i suoi gusti ^^

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  7. beh sì, io preferisco sguazzare nel puccioso XD

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