sabato 12 ottobre 2013

Recensione "Instrumenta" di Manticora Autoproduzioni

Secondo appuntamento con i nuovi volumi di Manticora Autoproduzioni, oggi vi propongo la recensione di Instrumenta. Questo volume si compone di due storie diverse tra di loro ma accomunate da argomenti molto simili e scritte da due autrici: The H Lazarus e Lorenza de Luca (detta anche Cherry).
Le storie del volume ruotano attorno alla strumentalizzazione della vita e del ruolo che l'uomo, inteso come essere umano, manifesta in questo contesto. L'uomo è un creatore, un visionario, alla continua ricerca di mezzi con i quali rendere più agevole la sua vita, strumenti con il quale migliorarla e di conseguenza oscurare le profonde lacune che ovviamente esso non manifesta ma che in fondo rimangono. Il futuro e il progresso hanno portato l'uomo perfino a creare la vita attraverso i mezzi più vari e terrificanti e tutti assenti forse del più importante degli ingredienti, l'amore. Quante vite sono state sacrificate per il progresso scientifico e quante continueranno a spegnersi, vittime inconsapevoli di un destino troppo crudele che è già stato prefissato. Ma cosa succederebbe se fosse proprio l'uomo ad essere vittima della strumentalizzazione, a ritrovarsi travolto della stessa vita che lui stesso ha creato. Questa vita che aspira alla libertà, all'indipendenza, che innalza un grido di rivolta contro la schiavitù e al suo sacrificio. Sono proprio questi gli interrogativi che le nostre autrici si pongono e indirizzano anche ai lettori che si apprestano a conoscere le loro storie.



AL KAALI di The H Lazarus


La prima storia del volume si apre su una realtà post apocalittica, la razza umana è quasi del tutto decimata e i pochi sopravvissuti hanno creato La Dome, una specie di rifugio protetto da una barriera che protegge i suoi abitanti dalle esalazioni nefaste che avvolgono il pianeta. La Dome tuttavia è anche un futuristico laboratorio di ricerca. Per cercare di trovare un modo per immagazzinare grandi quantità di H una sostanza essenziale agli uomini per sopravvivere al mondo esterno gli scienziati hanno creato gli Al-Kaali, umanoidi biosintetici in grado di sviluppare e mantenere all'interno del loro corpo alti livelli di questa misteriosa sostanza. Kal, il protagonista della storia è proprio uno di questi umanoidi. Ormai ha raggiunto l'età adulta e presto sarà sottoposto "all'estrazione" un processo che lo priverà di tutta la sostanza H presente nel suo corpo ma che ne causerà irrimediabilmente la morte. Kal infatti da alcuni giorni è vittima di incubi terrificanti in cui sogna di perdere la vita annegando. Questi altri non sono che sogni premonitori infatti il processo che lo porterà alla morte comprenderà proprio l'acqua. Tuttavia la vita di Kal è destinata a sopravvivere e ad essere la base per una nuova vita, una nuova civiltà, perché ogni essere vivente merita di vivere e non di essere lo strumento nelle mani di altri, ed è ormai tempo di innalzare un grido di rivolta.


Abbiamo già potuto apprezzare l'abilità di Lazarus in Sindrome grazie ai bellissimi disegni che preannunciavano l'inizio di ogni storia, ma è proprio in Instrumenta che si può godere appieno delle sue capacità. L'autrice ha creato infatti un mondo dai toni futuristici e sci-fi che tuttavia ci sembra così vicino a noi. Grazie alla tecnologia che incalza siamo sempre più in contatto con argomenti come: manipolazione genetica ed esperimenti molecolari quindi quello che potrebbe sembrare frutto di una fantasia incredibilmente fervida ci sembra invece il riflesso della nostra realtà. Lazarus ci mostra attraverso la sua storia come l'uomo sia in grado di sfruttare la vita a suo beneficio, specialmente quella degli altri. Gli Al-Kaali sono mere vittime sacrificali, lo scopo che i loro creatori gli hanno riservato è quello di essere strumenti, meri contenitori di vita che poi gli verrà brutalmente strappata per poter preservare la loro. Questo dovrebbe farci riflettere, quante volte noi ci approfittiamo degli altri, li fruttiamo solo per raggiungere uno scopo, non siamo in fondo tutti esseri viventi? allora perché dovremmo sacrificare la vita invece che abbracciarla?


Lo stile grafico di Lazarus si sposa perfettamente con il contesto della storia. Le sue linee nette e marcate e le sue anatomie ricercate permettono di imprimere rigore e profondità ai temi trattati. Grande espressività è poi asciata i volti dei personaggi. Sul viso di Kal, il protagonista, è possibile scorgere stanchezza e rassegnazione, tristezza e paura nonché la terribile consapevolezza di essere vittima delle scelte di qualcosa più grande di lui. Abbiamo un forte uso del nero per sottolineare la gravità delle situazioni e per conferire freddezza scientifica agli ambienti e agli individui.


EIKENAI di Lorenza de Luca


La seconda storia, frutto della mente di Lorenza de Luca, ci porta invece in un mondo completamente diverso. In una Russia zarista dai toni vintage gli esseri umani vivono a stretto contatto con delle icone chiamate "Eikon". Si tratta di vite artificiali simili ad androidi talmente simili agli uomini da essere quasi irriconoscibili. Queste creature non sono altro che una spudorata ostentazione di perfezione simile al divino, creati per lo più per l'alta borghesia manifestano il vanto di questa società sempre alla ricerca di icone di stile e perfezione. Yuri il giovane protagonista della storia si sta per accingere a chiedere la mano della figlia della signora Orlova una ricca e anziana signora. Grazie a questa unione Yuri potrà stare con la sua amata e godere di un patrimonio che renderà la loro vita assicurata. Non gli si può certo di dire di non aver saputo cogliere l'occasione, dopotutto la vita è così miseramente breve e ricca si sofferenze, che colpa può avere un giovane a cercare di migliorare la propria. Ma la realtà è più dura e triste di quello che sembra e colpisce sempre a sorpresa e senza alcun preavviso. Cosa succederebbe per esempio se una recente legge impedisse alle persone di tenere gli Eikon? e se uno di questi fosse proprio la ragazza che Yuri sta per sposare? si troverebbe privato di tutto, dell'amore e del denaro, vittima inconsapevole delle trame del destino. Vittima della strumentalizzazione che i suoi stessi simili hanno imposto ad altri.


Lorenza de Luca prosegue quanto iniziato nella prima storia. La nostra continua ricerca del perfetto, di qualcosa che emuli il divino o che addirittura lo superi in una interminabile e blasfema ricerca di ogni possibile modo per elevarci per sopravvivere. La strumentalizzazione della vita che andiamo a imporre alla fine ci si ritorce contro e noi restiamo interdetti e inermi di fronte alla ferocia con la quale il riflesso ci colpisce. Vittime inconsapevoli o forse in fondo sì delle nostre stesse azioni.


Lo stile grafico di Cherry da me già amato in Sindrome ritorna con le sue iconografie di rimando religioso perfettamente integrate con l'ambiente proposto in quanto in Russia le icono rivestono un ruolo quasi mistico. L'uso di linee morbide e vaporose crea un bellissimo connubio con lo scenario steampunk in cui il futuro incontra il passato. Come sempre la grande attenzione per i costumi e le usanze dell'epoca dell'autrice ci trascinano in un radioso passato dove l'eleganza e lo sfarzo divenivano simboli e icone di una società ormai quasi totalmente estinta e sostituita da freddi rivestimenti in metallo.


Un volume che parla di vita, in tutte le sue forme e di come noi soprattutto ci rivolgiamo ad essa. A volte non le diamo molta importanza altre volte la sentiamo così intensamente e altre volte ci accorgiamo di quanto era importante quando ormai è troppo tardi. Consigliato a tutti, compratelo e leggetelo un altro, in questo caso in senso buono, strumento di riflessione.

4 commenti:

  1. uffa, io ho dovuto rinunciare a prenderlo per mancanza di pecunia, ma dopo una recensione così bella come faccio a non metterlo in wishlist?
    sembra davvero bello anche se il tema è pesantuccio...
    ti detesto hermie, adesso lo voglio >_<

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  2. Sorry clacca! >_<
    Tutti i volumi di Manticora meritano, ho ancora Tenebre da leggere e recensire e spero di poterlo fare al più presto, ma sono sicuro che anche quello sarà molto bello.
    Il tema trattato non è facile da prendere in considerazione ma Cherry e Lazarus sono molto brave e sono riuscite ad affrontarlo nel migliore dei modi.
    Spero che anche tu possa leggerlo al più presto ^_*

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  3. La storia degli Al-Kaali mi ricorda un po' quella dei Plant di Trigun, esseri creati tecnologicamente per essere consumati come fonti energetiche per l'umanità, anche se ho idea che poi la storia qui sia completamente differente ^^

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  4. Una similitudine acuta Acalia, anche a me è venuto in mente un po' Trigun ^^
    Ovviamente poi si tratta di due storie molto diverse tra di loro proposte anche con stili completamente differenti, però penso che il concetto di base sia sempre quello, creare nuove vite col solo scopo di sfruttarle a proprio piacimento.

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