sabato 11 aprile 2015

Recensione "Feral Children" di Manticora Autoproduzioni

Cover del volume realizzata da
Ivan Lodi e Anna Ferrari
Ciao a tutti, come state? spero bene in quanto è tantissimo che non scrivo un post sul blog e me ne rammarico molto. Chiedo inoltre venia per essere incredibilmente in ritardo con questa recensione, se consideriamo che il volume è uscito per lo scorso Lucca Comics sono passati veramente tantissimi mesi. Tuttavia non sono proprio riuscito a dedicarmi al blog prima in quanto al lavoro i mesi che precedono Pasqua sono a dir poco infernali e la voglia di dedicarsi al computer dopo esserci stato davanti in ufficio per 8/10 ore è praticamente pari a 0. Inoltre sono tantissime settimane che non vado in fumetteria (tranquilli ho avvisato il mio fumettaro altrimenti si sarebbe sparato per aver pensato di perdere la sua principale fonte di sostentamento) di conseguenza, anche se i volumi vecchi ancora da leggere sono moltissimi non ho proseguito con le mie serie consuete, quindi quando riprenderò dovrò chiedere un finanziamento per recuperare tutto.
Comunque bando alle ciance e partiamo a parlare di questo nuovo lavoro di Manticora Autoproduzioni ovvero Feral Children! Non mi dilungherò a parlarvi di quanto siano fantastici questi ragazzi perché li ho già lodati ampiamente nelle recensioni dei loro precedenti lavori. Recensioni che trovate ovviamente qui sul blog basta che cercate i post legati dai tag. Come vi dicevo questo volume è uscito per lo scorso Lucca Comics 2014 e si divide principalmente in quattro storie scritte ognuna da un autore diverso. In ordine di apparizione abbiamo le storie di Flavia Biondi (Barba di perle, Sindrome, Tenebre e L'orgoglio di Leone), Anna Ferrari (Sindrome e Spine), Lorenza de Luca (Sindrome e Instrumenta) e Ivan Lodi (Sindrome e Spine) inoltre alla fine dell'albo sono presenti alcune illustrazioni, basate sempre sul tema del volume realizzate da tantissimi autori italiani, tra cui anche altri membri del team Manticora, come omaggio a questo lavoro. Il titolo del volume, abbastanza altisonante è accompagnato da un sottotitolo "storie di bambini selvaggi" che in parte ben esplica di cosa trattano i quattro racconti proposti, ovvero di esseri umani che si sono trovati per un motivo o per un altro a vivere e crescere a strettissimo contatto con la natura, quasi a diventarne parte integrante. Del tutto privi di istruzione e ragione queste persone si sono abbandonate completamente al loro istinto venendo a somigliare sempre di più a vere e proprie belve selvagge le cui uniche necessità si sono ridotte ad essere la libertà e la sopravvivenza. Alcune delle storie proposte nel volume sono frutto di pura immaginazione altre invece si basano su episodi realmente avvenuti e documentati dalla cronaca. Anche gli stessi autori sembra che si siano lasciati andare al puro istinto per realizzare questi lavori in quanto i messaggi proposti sono talmente forti e le immagini così taglienti da riuscire a colpire profondamente il lettore.

Attenzione: la seguente recensione potrebbe contenere anticipazioni sulla trama (spoiler)

Shahla di Flavia Biondi

Ian, il protagonista della storia, è un giovane ragazzo che vive e lavora insieme alla sua famiglia in un casolare. Da qualche tempo, alla sera fa degli strani sogni in cui un uomo che gli somiglia parecchio sfreccia tra le fronde degli alberi del bosco. Il comportamento dell'individuo è a dir poco selvaggio e Ian percepisce l'incredibile unione tra questo uomo e la natura che lo circonda, quasi come fossero un'unica cosa. Per poter trovare una cura per il fratello malato, Ian dovrà addentrarsi proprio nel bosco per poter trovare la comunità pagana che vi abita e sperare che almeno loro possano aiutarlo. L'accoglienza tuttavia non è delle migliori e sembra che il povero ragazzo sia costretto ad andarsene a mani vuote ma grazie alla disponibilità di un'anziana signora Ian verrà a conoscenza di interessanti particolari sul suo passato e su Shahla, entità che gli abitanti del villaggio pensano sia legata alla natura e al bosco ma che in realtà ha un legame decisamente più stretto proprio con Ian. Il ragazzo si appresta quindi a tornare a casa ma ha la netta sensazione che qualcuno lo stia osservando, qualcuno che percepisce essere una parte di se. Molto bello in questa prima storia è l'espediente usato, ovvero quello dei gemelli per rappresentare l'io razionale da quello istintivo, Ian e Shahla potrebbero essere veramente due persone distinte dove il primo è l'uomo civilizzato mentre il secondo quello selvaggio, legato alla natura oppure potrebbero essere uno il riflesso dell'altro, come guardarsi a uno specchio e scorgere all'interno la parte più profonda di noi, quella naturale e primitiva. I disegni di Flavia inutile dirlo sono sempre magnifici, un tratto originale e caratteristico che ci ha già fatti innamorare nei suoi precedenti lavori e che anche in questo non deludono minimamente.

Oxana di Anna Ferrari (racconto ispirato alla vera storia di Oxana Malaya)

La seconda storia si apre su un gruppo di cani che da tempo osservano e ascoltano ciò che avviene in un'abitazione poco lontana da loro. Il loro istinto gli comunica di scappare di allontanarsi da quel luogo perché ciò che quel posto trasmette è tutt'altro che positivo ma per qualche strana ragione non ci riescono. Un giorno tutto cambia, davanti al gruppo di cani si presenta una bambina maltrattata, denutrita e spaventata che probabilmente è fuggita proprio da quella casa perché l'odore di quel luogo permea la sua persona. Dopo le prime incertezze e paure la bambina diventa parte integrante del branco e a poco a poco riesce a restituire ai cani la libertà dalle loro catene, l'ebrezza di correre a tutta velocità di lasciarsi andare all'istinto, di cacciare di sentire nuovamente ogni impulso in ogni parte del corpo. Benché la bambina sia ovviamente un essere umano col tempo e con gli anni il suo comportamento si trasforma completamente in quello di animale, assume gli atteggiamenti dei suoi compagni a quattro zampe e prende parte ad ogni loro attività, perfino la caccia, rendendola quasi del tutto indistinguibile da uno di loro. Tuttavia qualcosa nell'aria sta cambiando, i cani lo percepiscono, qualcuno sta venendo a disturbare la loro quotidianità. La prossima potrebbe essere l'ultima volta che vedranno la loro compagna o che potranno percepirne l'odore. La storia di Anna unita anche al suo particolarissimo tratto grafico colpisce moltissimo il lettore perché è riuscita proprio a trasfigurare l'immagine di Oxana in quella di un animale rendendola come una sorta di Mowgli urbano. Non avendo ricevuto affetto umano prima del suo incontro con i cani la bambina si è sentita fin da subito parte di una famiglia e poco le importava che non fossero esseri umani perché forse non ha mai avuto i mezzi per distinguerne le differenze, particolare che fa sicuramente riflettere.

Homo Homini Lupus di Lorenza de Luca (racconto ispirato alla vera storia di Victor dell'Aveyron)

Siamo in una foresta del territorio francese dell'Aveyron dove un gruppo di cacciatori stanno svolgendo la loro attività quando a un certo punto catturano una preda del tutto fuori dal comune, un bambino nudo, sporco e del tutto privo di civiltà, un vero e proprio animale selvaggio. Il bambino viene portato in un villaggio vicino dove viene notato dal dottor Itard che decide di prenderlo in custodia per poterne studiare il comportamento e fornirgli tutte le istruzioni necessarie per reinserirlo nella società. Una volta giunti alla sua residenza Itard mette al corrente la sua domestica Hagal delle sue intenzioni ed ella dimostrandosi subito premurosa nei confronti del bambino decide di chiamarlo Victor. Da quel giorno il piccolo entra pienamente a far parte della vita dei due e col tempo e molta pazienza Victor dimostra di essere attento e molto ricettivo anche se alcuni comportamenti selvaggi risultano difficili da estirpare. Infatti intorno all'età di 12 anni Victor ancora non ha imparato a parlare e cerca di attirare l'attenzione con i gesti più immaturi e esasperanti. A questo punto Itard sconfitto dal suo esperimento fallito decide di trasferirsi a Parigi e di abbandonare Victor che verrà affidato ad un orfanotrofio e di licenziare Hagal. Quest'ultima adirata per la codardia del dottore decide che sarà lei a occuparsi di Victor ma il bambino privato dell'istruzione e delle pressanti attenzioni del dottore regredisce allo stato in cui era stato trovato e fugge nel foresta, la sua vera casa. Tuttavia l'amore e le attenzioni dimostrate da Hagal hanno lasciato il segno su Victor e quest'ultimo non se ne è dimenticato e troverà sempre un modo per ripagarla di quanto ha fatto. Ho trovato questa terza storia ricca di umanità, dimostrata soprattutto dalla figura di Hagal che come una mamma amorevole si è interessata e presa cura di Victor nonostante la sua particolare condizione e non sapendo nemmeno chi fosse. In questo caso potremmo avere due dimostrazioni di istinto, quella di Victor profondamente legato al suo lato selvaggio e primordiale e quello di Hagal, sempre primordiale perché molto legato alla figura femminile come protettrice ma anche razionale allo stesso tempo perché concepito da un'adulta in grado di intendere e di volere che si è semplicemente lasciata andare ai suoi sentimenti. A livello grafico anche qui c'è poco da dire adoro lo stile di Lorenza, la sua capacità di ricreare atmosfere, costumi e peculiarità vintage rendendo tutto sempre elegante e armonioso. Trovo inoltre che abbia compiuto grandi passi a livello di tratto e di espressioni, veramente ottimo.

Zanne e Piume di Ivan Lodi

L'ultima storia è quella a mio parere più atipica di tutte. Si apre infatti su una scenetta abbastanza comica, un Falco ha appena catturato una quaglia con l'intenzione di cibarsene insieme al suo amico Gazza una volta che l'avrà raggiunto sul tetto di una abitazione vicina. Ovviamente la Quaglia non è per niente d'accordo e continua imperterrita a lagnarsi di essere liberata. Una volta giunto al luogo prestabilito i tre volatili assistono all'ennesima sfuriata del proprietario dell'abitazione imbufalito perché i piccioni che abitano nella soffitta hanno per l'ennesima volta defecato sul suo davanzale. Tuttavia i piccioni non sono gli unici abitanti della soffitta, infatti ogni giorno dalla coppia residente viene lasciata una ciotola di cibo per il bambino che vive insieme agli uccelli, bambino il cui comportamento ha ormai quasi del tutto imitato quello dei suoi compagni. L'obbiettivo dei piccioni è infatti quello di servirsi del bambino per liberarsi dei due umani e prendere pieno controllo della casa. Lo stesso piano però viene allestito anche dai topi che abitano nella cantina che disponendo anche loro di un bambino selvaggio hanno intenzione di espandere il loro dominio. Fatto sta che le operazioni delle due squadre avvengono nello stesso istante e l'obbiettivo di sbarazzarsi dei due umani avviene comunque. Piccioni e topi decidono quindi che l'opzione migliore a questo punto è quella di coalizzarsi per dominare insieme il mondo in quanto un misterioso morbo sta decimando la popolazione umana. Finito il simpatico siparietto per Falco e Gazza è tempo di lasciate l'abitazione per godersi finalmente la loro Quaglia che purtroppo nel frattempo non ha fatto in tempo a scappare. Ho trovato la storia di Ivan veramente diversa dalle altre, potrei dire sdrammatizzante, in quanto il concetto di totale assenza di umanità viene ampiamente rappresentato dai due umani per le condizioni in cui hanno mantenuto i due bambini tuttavia il contorno abbastanza comico dei piccioni e dei ratti donano alla storia un clima più rilassato. Anche lo stile grafico di Ivan che si basa molto sulle caricature e l'utilizzo di un linguaggio abbastanza colorito e semplice hanno contribuito molto.

Come vi dicevo alla fine del volume sono presenti alcune illustrazioni basate su storie vere di bambini selvaggio realizzati da alcuni autori del panorama fumettistico italiano tra cui altri tre membri del gruppo Manticora: Francesca Piscitelli, The H Lazarus e Francesco de Stena e poi ancora Giulio Macaione, Giopota e Ruggine (alias Riccardo Pieruccini).

In definitiva non posso che considerare questo volume come un altro grandissimo lavoro di questi ragazzi che non smettono mai di sorprendere e di dimostrare che non bisogna cercare molto lontano per trovare dei bravissimi autori, si trovano proprio qui nel nostro paese.

2 commenti:

  1. Sono molto felice di leggere di nuovo una tua recensione! :-)
    Secondo me non devi preoccuparti assolutamente di scrivere su volumi usciti mesi fa: una recensione, uno scritto, un commento hanno valore sempre e anzi, è sempre meglio, a mio personale parere, lasciare che passi un po' di tempo dall'uscita del volume alla recensione.
    Io leggo volentierissimo recensioni, articoli, scritti e commenti su uscite non recenti :)
    Ammetto di non avere ancora mai letto nulla della Manticora, ma so che apprezzi molto le loro produzioni, ne hai già parlato in modo entusiastico altre volte :-D
    Ho letto volentieri la tua recensione e anche se in questo momento devo veramente tenermi "stretto" con le spese, prometto che mi interesserò molto presto di questa realtà editoriale che mi incuriosisce e per cui lavorano, mi sembra, persone molto appassionate!
    Conosco già qualcosina di alcune autrici/autori e meritano di essere tenut* d'occhio! :)
    Sono molto felice di leggerti nuovamente!!! :-D
    Un carissimo saluto e a presto!
    Orlando

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    Risposte
    1. Grazie mille per il tuo commento Orlando, fa molto piacere anche a me essere tornato a scrivere ;)
      Solitamente cerco di realizzare la recensione del volume che ho letto immediatamente dopo aver terminato la lettura perché così le idee che ho in mente sono ancora fresche. Lo stesso vale per le tempistiche, cerco di pubblicare la recensione poco dopo l'uscita del volume perché così mi sembra di aiutare maggiormente gli altri a farsi un'idea del volume, però anche tu hai ragione forse parlare di qualcosa qualche tempo dopo aiuta ugualmente. Io apprezzo molto il lavoro dello staff di Manticora per svariati motivi ma il principale è che si tratta di ragazzi italiani con una grande passione per il fumetto che si impegnano tra le difficoltà della vita quotidiana per mandare avanti una passione che viene totalmente autoprodotta. Inoltre ho avuto modo, grazie al Lucca Comics di incontrarli e passare qualche ora con loro in due occasioni e ti posso confermare che sono persone semplicissime, ognuna con le sue particolarità ma veramente modesti e umili.
      Cercherò di tornare anche io in piena attività, come ho scritto all'inizio questi mesi sono stati veramente pesanti e ricchi di impegni e sono ormai due mesi che non vado in fumetteria. Quando andrò al recupero prima dovrò vendere qualche organo XD, un conto è comprare i fumetti ogni settimana centellinando le spese ma fare poi dei super recuperi è un vero e proprio incubo.

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