domenica 21 ottobre 2012

Recensione: The books of magic di Neil Gaiman

The books of magic è il titolo di una serie a fumetti scritta da Neil Gaiman (mi rifiuto categoricamente di credere che qualcuno non lo conosca) e illustrata da ben quattro artisti. L'opera originale è nata come una miniserie in quattro volumi, pubblicati tra il 1990 e il 1991. Ogni numero è illustrato da un artista diverso, nell'ordine: John BoltonScott HamptonCharles Vess e Paul Johnson. La serie e poi proseguita per svariati numeri e diverse saghe ma da noi, qui in Italia, la Lion (RW Edizioni) ha proposto, per il momento, solo i primi 4 volumi in unico albo cartonato, stesso trattamento che è stato adottato anche in patria.


La prima cosa che molto probabilmente salterà all'occhio del lettore è la somiglianza tra il protagonista Timothy Hunter e il famosissimo Harry Potter (entrambi hanno gli occhiali, sono dei maghi, hanno una civetta e una fisionomia simile). Ebbene lo stesso Gaiman ha del tutto negato queste supposizioni, dichiarando che la somiglianza tra i due può essere dettata da archetipi comuni. Inoltre la serie di Gaiman è decisamente antecedente a quella della Rowling, quindi al massimo si potrebbe pensare che lei abbia copiato Neil (scusa Rowling XP).





[caption id="" align="alignright" width="184"] Cap. 1 - John Bolton[/caption]

Ma veniamo alla nostra storia, che si apre con il primo episodio intitolato "Il labirinto invisibile" in cui Timothy, ragazzo riservato e dalla situazione famigliare piuttosto complicata, incontra tre misteriosi individui che senza tanti preamboli lo mettono di fronte alla possibilità di diventare il più grande mago del suo secolo. Timothy tuttavia piuttosto scettico all'inizio, nonostante le dimostrazioni "magiche" ricevute dai quattro uomini avrà la possibilità di scegliere, alla fine del suo viaggio, se abbracciare la magia e tutto quello che essa include come affrontare la vita fruttando la fantasia e l'immaginazione oppure se avere un approccio freddo e scientifico con gli anni a venire. Il primo viaggio che affronterà in compagnia del primo degli individui "lo straniero" sarà nel passato, dall'alba dei tempi ai primi stregoni delle caverne, passando poi per il medioevo, con collegamenti alla storia di Re Artù e Merlino, agli egizi, i giapponesi ecc. fino a giungere ai primi veggenti, chiromanti e prestigiatori. John Bolton, che illustra il primo capitolo, si caratterizza per uno stile oscuro ma molto realistico, le fisionomie sono molto curate e il suo colore granuloso dona un bell'effetto da vecchia pellicola.




[caption id="" align="alignleft" width="189"] Cap. 2 - Scott Hampton[/caption]

Il secondo capitolo è "Il mondo delle Ombre" ovvero il presente. Timothy accompagnato da John Constantine (semplice coincidenza?) avrà degli incontri ravvicinati con alcuni conoscenti di John e apprenderà purtroppo che qualcuno vuole eliminarlo poiché in futuro potrebbe rappresentare una minaccia. Qui ho notato il rimando alla figura di Constantine come il cacciatore di demoni che si è concretizzato quando John ha tratto in salvo da un party pieno di mostri Timothy e Zatanna. Le illustrazioni sono questa volta di Scott Hampton artista dallo stile pittorico a metà strada tra l'acquerello e la tempera.


Il terzo viaggio "La terra del crepuscolo




[caption id="" align="alignright" width="210"] Cap. 3 - Charles Vess[/caption]

d'estate" avviene in compagnia di Dr. Occult in un mondo del tutto a se stante dai precedenti che potrebbe essere considerato il vero fulcro della fantasia. Sui forti rimandi di "Sogno di una notte di mezza estate" di Shakespear e col tratto da atmosfere fantasy e dal sapore fiabesco di Charles Vess dai toni pastello, Timothy si troverà circondato da creature di ogni genere, dalle fate ai giganti. Incontrerà un menestrello che veglia un re dormiente, la strega Baba Yaga che cercherà di mangiarlo e farà uno scambio più o meno equo con Titania la regina delle fate (qui il rimando a Shakespear è palese). Inoltre faranno la loro comparsa alcuni personaggi di altre opere di Gaiman come Sandman (o Sogno) e i fratelli Caino e Abele.




[caption id="" align="alignleft" width="216"] Cap. 4 - Paul Johnson[/caption]

L'ultimo viaggio prima della grande decisione di Timothy sarà con Mister E, nel futuro. Dal più immediato, raccapricciante e probabile dei futuri a quelli più lontani fino alla fine dei tempi quando le tecnologie saranno talmente avanzate da superare la logica e gli umani saranno solo l'ombra di se stessi tramutati in esseri dalla triste esistenza. Paul Johnson che illustra "La strada verso il nulla" vanta uno stile dotato di un buon realismo ed elementi astratti di forte impatto, passando da toni oscuri a colori sgargianti e da tavole che sembrano realizzate solo mediante l'uso di linee a composizioni che ricordano il collage.


L'intero viaggio di Timothy potrebbe essere visto come quello che anche noi stiamo intraprendendo. Entrambi abbiamo avuto una nascita nel passato, una crescita irta di pericoli e opportunità nel presente della nostra giovinezza, un mondo fantastico frutto della nostra fantasia in cui rifugiarci quando ne abbiamo bisogno ma anch'esso con le sue regole e un prossimo futuro che spetta solo a noi crearci. Ma la cosa più importante che secondo me Gaiman vuole farci considerare è il concetto illustrato all'inizio anche a Timothy, la possibilità di affrontare la vita con l'aiuto della nostra fervida immaginazione (che può essere considerata sì, perché no, magia) che non guasta mai, oppure usare un'approccio freddo eliminando così tutte quelle piccole sfumature (il rimando a una certa trilogia è del tutto casuale e non voluto XD) che rendono così speciale ogni giorno. Un volume quindi di riflessione e formazione che mischia molto bene vari generi horror, fantasy e un leggero velo di thriller. Veramente un libro magico che racconta un viaggio fantastico chiamato più semplicemente vita.

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