giovedì 17 aprile 2014

Recensione "Natsume degli spiriti" di Yuki Midorikawa

Natsume degli spiriti (夏目友人帳 - Natsume Yuujinchou) è uno shoujo manga di Yuki Midorikawa (Akaku Saku Koe, Hotarubi no Mori e). Viene pubblicato in patria dal 2005 sulle riviste LaLa e LaLa DX dell'editore Hakusensha e conta attualmente 17 volumi (l'opera è tutt'ora in corso di pubblicazione).
Il manga vanta anche una trasposizione in anime che conta attualmente 4 stagioni (Natsume Yūjinchō, Zoku Natsume Yūjinchō, Natsume Yūjinchō San, Natsume Yūjinchō Shi) per un totale di 52 episodi. La serie animata è prodotta dalla studio Brain's Base con la regia di Takahiro Omori e trasmessa sulla TV Tokyo (la prima stagione è stata trasmessa in Giappone nel 2009).


La storia di questo manga parla di Takashi Natsume un giovane ragazzo dotato da sempre di poteri sovrannaturali che gli consentono di vedere gli Yokai, spiriti di varie tipologie che da sempre abitano le leggende del folklore giapponese. Orfano fin da piccolo Natsume è sempre stato affidato a svariati parenti tutti incapaci di comprendere il ragazzo fino in fondo in quanto del tutto all'oscuro delle sue capacità lo ritenevano un bugiardo alla disperata ricerca di attenzioni. Discriminato dalla famiglia e dai coetanei Natsume ha vissuto molti anni nella più totale solitudine fino ai suoi 15 anni quando viene affidato ai Fujiwara una coppia di suoi lontani parenti che lo accolgono calorosamente come un figlio (la copia infatti non ha figli). Commosso dall'affetto della coppia Natsume decide di ripagarli cercando in tutti i modi di tenerli all'oscuro delle sue capacità per evitare che possano entrare in contatto con il mondo degli spiriti.


In una calda giornata d'estate Nastume cerca disperatamente di sfuggire all'ennesima seccatura, uno Yokai lo sta infatti inseguendo per i boschi del paese invocandolo continuamente con il nome di "Reiko". Del tutto all'oscuro di cosa voglia lo spirito da lui Nastume tenta disperatamente di raggiungere un piccolo tempio shinto nel folto del bosco per trovare salvezza, infatti ogni volta che il ragazzo si trova nei pressi di questi monumenti religiosi gli spiriti non osano avvicinarsi. Dopo una corsa estenuante finalmente Natsume raggiunge il tempio ma a causa della foga del momento non si accorge della corda consacrata che delimita l'area e inciampandoci finisce col reciderla. Consapevole che la corda era il sigillo di qualche spirito il ragazzo si appresta ad affrontare la nuova minaccia, solo che l'interno del tempio è occupato da una comune Maneki Neko, ovvero una statua che raffigura un gattino portafortuna (avete presente? sono quelle sculture molto comuni in Giappone dove il gatto ha solitamente una zampa sollevata e una no). La statua si anima all'improvviso e si rivela al ragazzo per quello che realmente è uno spirito che lo scambia per Reiko Natsume ovvero l'ormai defunta nonna del ragazzo. Prima di sparire nel nulla lo spirito chiede al ragazzo se conosce l'ubicazione dello YūjinchōTaccuino degli amici. Tornato a casa più confuso di prima Natsume si mette a cercare tra gli effetti ereditati dalla nonna Reiko fino a quando non trova il misterioso taccuino di cui parlava lo spirito a forma di gatto. All'improvviso il ragazzo viene attaccato dallo spirito-gatto desideroso di entrare in possesso dell'oggetto ma viene immediatamente liquidato da Natsume con un sonoro pugno. Stando a quello che dice Nyanko Sensei (simpatico soprannome che il ragazzo conia per lo spirito traducibile come "maestro micio") anche Reiko la nonna di Nastume era dotata di straordinari poteri sovrannaturali che utilizzava nella sua giovinezza a piacimento per soggiogare gli spiriti che incontrava. Una volta sconfitti da lei gli spiriti scrivevano il loro nome su una pagina del taccuino diventando a tutti gli effetti sui servitori. Nyanko spiega che dal momento che Reiko è morta da diversi anni tutti gli spiriti registrati sul taccuino non sono stati mai più richiamati e stanchi di essere prigionieri cercano il ragazzo per chiederle di restituirgli i loro nomi. Nonostante gli screzi iniziali (dal momento che l'obbiettivo di Nyanko è liberarsi si Natsume per ottenere il taccuino) i due fanno un patto, Nyanko farà da guardai del corpo a Natsume e il ragazzo si impegnerà per restituire ad ogni spirito indicato sul taccuino il suo nome, con il solo particolare che alla morte del ragazzo il taccuino passerà automaticamente nelle mani di Madara, vera identità di Nyanko.


Lo stile narrativo della Midorikawa mi piace moltissimo, perché riesce a combinare sentimenti, comicità e elementi sovrannaturali con grande abilità rendendo la storia molto piacevole da leggere. Le atmosfere sono molto tenui e costantemente velate di mistero e fantasia e ammetto che per certi versi mi sono tornate in mente le tavole di Mushishi. L'autrice si concentra molto anche sull'introspezione dei personaggi in particolare sulla figura di Natsume e del suo rapporto con gli spiriti. Le capacità del ragazzo gli hanno sempre impedito di risultare normale agli occhi degli altri e per questo ha vissuto in completa solitudine senza riuscire a sviluppare dei rapporti con gli altri. Questo sensazione di abbandono permea quasi costantemente la figura del ragazzo ma la sua tempra forte non lo fanno apparire smielato agli occhi del lettore, anzi spingono ad affezionarsi a lui. Io personalmente adoro anche la figura di Nyanko Sensei il suo carattere sfrontato e saccente si scontra con il suo aspetto di gatto dalle rotondeggianti forme facendolo apparire adorabile. Molto carini sono gli sketch tra lui e Natsume che sebbene possano sembrare banali spezzano piacevolmente la narrazione inserendo degli elementi di pacata comicità che strappano un sorriso. Ogni capitolo è un episodio a se stante con una storia e uno spirito diversi per ognuno ma seguono comunque uno schema comune, il capitolo si apre con un riassunto di quanto dichiarato sui personaggi, poi si passa all'incontro con lo spirito e alla sua richiesta e si prosegue con lo sviluppo della vicenda con possibili inconvenienti annessi fino alla liberazione dello spirito tramite il rito. Le storie non sono mai uguali e ognuna è caratterizzata da elementi ben specifici che trasportano il lettore nei racconti del folklore giapponese dando anche piccole lezioni sulle tradizioni della spiritualità del paese del sol levante. Dal manga traspare anche il messaggio dell'autrice ad essere sempre se stessi e imparare ad apprezzarsi per le proprie peculiarità, il diverso non è un male anzi ci rende speciali e gli altri devono semplicemente accettarci per quello che siamo.


Lo stile grafico della Midorikawa lo trovo splendido, il tratto è abbastanza minimalista ma comunque preciso, dona leggerezza alle figure grazie al suo aspetto vaporoso. L'uso di raffigurazioni in ampi spazi aperti conferisce un senso di spiritualità alle tavole che ben si abbina alla struttura della trama. La raffigurazione degli spiriti è incredibilmente varia, alcuni sono dotati di aspetti riconducibili all'uomo mentre altri risultano abbastanza sinistri tanto che in alcune schede creano delle inquadrature veramente inquietanti. Molto bello è il gioco di pieni e vuoti, soprattutto nel contrasto tra figure bianche o al massimo retinate e elementi del paesaggio riempiti di un nero pieno, questo conferisce non solo profondità all'immagine ma dona anche una squisita impressione di teatralità. Grazie anche a un particolare uso dei retini i personaggi sembrano essere dotati quasi di un aura che lentamente si spande verso l'esterno,  una sorta di manifestazione del loro potere spirituale. Nel manga purtroppo a parte per le cover non è possibile godere anche delle immagini a colori realizzate dall'autrice ma vi assicuro che anche quelle sono magnifiche. La tecnica acquerellata e l'uso di colorazioni pastello conferiscono leggerezza alla raffigurazione e il sapiente uso di sfumature e sovrapposizioni di colore mantengono inalterata la pienezza della figura evitando che risulti vacua.



Parlando dell'edizione italiana devo dire che sono rimasto parecchio deluso, Planet Manga propone un'edizione brossurata con un formato 11,5x17,5 completamente in bianco e nero. Gli aspetti discutibili che ho riscontrato nell'edizione sono una scadente rifilatura della cover, i lati risultano quasi seghettati e gli strati di carta finiscono per separarsi uno a uno. Le pagine all'interno non sono trasparenti fortunatamente ma il nero di alcune vignette finisce immancabilmente sulle dita durante la lettura, per cui anche la stampa e discutibile. Il font usato per i testi non è molto gradevole alla vista, abbastanza distorto e spigoloso non rende la lettura molto scorrevole e molte volte ci si sofferma su vari dialoghi per comprendere pienamente la frase scritta, sinceramente non capisco perché non hanno usato il consueto font. Per ultima ma non da meno, la grafica di copertina, trascurando che l'illustrazione, nonché i colori usati per lo sfondo sono i medesimi dell'edizione giapponese ciò che salta subito all'occhio è il triste destino che è stato affidato al titolo. Scritto anche questo con un font discutibile risulta eccessivamente sproporzionato al nome dell'autrice che quasi scompare, ma soprattutto il tentativo di riprodurre con elementi vettoriali la fascia in legno che si trova sulla parte superiore dello Yūjinchō corredata con tanto di nastro risulta miseramente fallito, tutto ciò che si percepisce è un rettangolo di colore piazzato tanto per staccare il titolo dallo sfondo. Mi aspettavo sinceramente molto di più, attendevo con piacere questo manga e avevo rinunciato al recupero dell'edizione inglese ma per 4,50€ potevano fare veramente molto di più.


In conclusione un manga che vi consiglio di provare perché piacevolissimo da leggere, vi trasporta in un mondo da favola abitato da creature spiritiche. La lieve comicità lo rende meno pesante di quello che potrebbe sembrare e riesce a farti affezionare subito ai personaggi. La struttura episodica dei capitoli rende accattivante la trama e rinnova sempre la curiosità del lettore.

2 commenti:

  1. Mi sa che questo lo recupero... La tua ottima recensione mi ha convinto! ^^
    Il genere mi è congeniale e mi piacciono molto i disegni.
    Via, è fatta! :-D

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  2. Grazie mille caro, troppo buono <3
    E' un'opera molto carina io la trovo perfino rilassante, ha delle atmosfere che come ho scritto ricordano per certi versi Mushishi della Urushibara ma è condito anche con qualche momento comico che spezza il ritmo onirico della storia e ti riporta coi piedi per terra, senza distruggere l'armonia della narrazione.
    L'unica cosa da tenere in considerazione è che sono 17 volumi attualmente pubblicati in patria ed è ancora in corso quindi non ho idea di quanto possa ancora durare.

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