lunedì 28 aprile 2014

Recensione "Fables" di Bill Willingham

Fables è una serie di fumetti scritta da Bill Willingham e pubblicata in America dalla Vertigo, una divisione editoriale della DC Comics. La serie ancora in corso vanta al momento in patria 19 albi, mentre in Italia la pubblicazione è iniziata con la Magic Press proponendo degli albi del tutto simili a quelli originali, in seguito la pubblicazione è stata continuata dalla Planeta DeAgostini fino al 16° volume. Scomparsa dal mercato italiano la Planeta l’opera viene ora pubblicata dalla RW Lion in tre edizioni, la prima è quella che prosegue la pubblicazione singola di ogni albo così come esce in patria, la seconda chiamata “Fables Deluxe” propone, come nella recente riedizione americana, dei volumi cartonati interamente a colori che raccolgono più episodi della saga, l’ultima edizione invece, la più recente, prevede dei volumi economici, brossurati e in bianco e nero che vengono pubblicati mensilmente sulla collana “Vertigo Legends” sia in edicola che in fumetteria. L’apparato grafico di quest’opera di cui vi parlerò meglio dopo vanta moltissimi collaboratori tra cui: James Jean (cover), Mark Buckingham (matite), Lan Medina (matite), Steve Leialoha (chine e inchiostri), Daniel Vozzo (colori) e tanti altri che hanno collaborato a singoli episodi o a mini storie.



La storia ideata da Willingham parla ovviamente delle favole che tutti noi durante la nostra infanzia e anche nell’età adulta abbiamo imparato a conoscere più o meno nelle loro svariate versioni, l’unica differenza è che l’autore colloca i personaggi di queste storie in un contesto completamente diverso. Costrette a fuggire dalle loro terre natie perché minacciate da un misterioso nemico chiamato l’Avversario le favole giungono fino al nostro mondo e per potersi integrare con gli umani creano una comunità clandestina denominata “Favolandia” con sede a New York. Tutte quelle favole che invece per svariati motivi non possono convivere con gli umani vengono inviate alla Fattoria (Farm nell’originale) che si trova fuori città. Il centro governativo di Favolandia è costituito dal Bosco un edificio in piena città che funge da municipio e da cui il sindaco Re Cole fa in modo che la convivenza tra favole e umani continui indisturbata, grazie anche all’aiuto di fidati collaboratori tra cui Biancaneve suo vice e il detective Luca Wolf (ovvero il lupo cattivo di “Cappuccetto Rosso” e i “Tre Porcellini”).
Sebbene la saga di Fables si sviluppi in svariati episodi più o meno autoconclusivi, l’intera saga inizia con un misterioso caso di giallo. Un giorno Jack (il protagonista di “Jack e il fagiolo magico”) si presenta nell’ufficio di Wolf tutto affannato e gli rivela che un che è successo qualcosa di terribile a Rosa Rossa la sorella di Biancaneve. Giunti nell’appartamento di Rosa, Jack, Wolf e Bianca lo trovano completamente devastato. Ad aumentare la preoccupazione dei tre è anche la grande quantità di sangue che imbratta tutto l’abitacolo, decisamente troppa per pensare che la povera ragazza sia ancora in vita. Cominciano così le indagini di Wolf e Bianca per scovare il rapitore o nel caso più estremo l’assassino di Rosa, il primo sospettato e lo stesso Jack, il ragazzo infatti aveva una relazione sentimentale con la vittima, mentre il secondo sospettato risulta essere Barbablù. Si scopre infatti che Rosa intratteneva una relazione anche con Barbablù e conoscendo i particolari trattamenti che quest’ultimo riservava alle sue mogli in passato, Bianca e Wolf cominciano a sospettare che accecato dalla gelosia nei confronti del rivale Jack, Barbablù abbia deciso di vendicarsi con la sventurata Rosa togliendole la vita.
Ma il caso risulta sempre più intriso di mistero e di indizi inspiegabili che fanno perfino sfumare le accuse volte nei confronti dei due amanti, e se la stessa Rosa fosse coinvolta in prima persona nel caso della sua sparizione?



La struttura delle storie di Fables può apparire in primo momento abbastanza confusa e particolarmente incasinata, tuttavia proseguendo con la lettura e seguendo attentamente ogni mossa compiuta dai personaggi si comprende come invece l’opera creata da Willingham sia geniale. L’autore ha infatti creato un vero e proprio mondo fatato all’interno di quello urbano degli esseri umani, tutta la comunità delle favole si basa su una serie di leggi e regole che tutti sono tenuti a rispettare per mantenere l’equilibrio così precario della loro identità. Ogni favola è stata urbanizzata e modernizzata per adattarsi alla grande metropoli, la Bella e la Bestia sono una copia con alti e bassi praticamente continui, dove il potere della maledizione della Bestia è stata simpaticamente adatta all’umore di Bella, se ella è particolarmente alterata con il suo compagno esso si trasforma nel mostro e viceversa, il Principe Azzurro è il farfallone per eccellenza, conscio della sua grande bellezza sfrutta la sua avvenenza per approfittare ovviamente dei piaceri delle sue conquiste che non toccano solo la sfera carnale. Pinocchio rimasto un vero bambino è oltremodo infuriato con la Fata Turchina per aver preso alla lettera il suo desiderio e avergli donato una fanciullezza eterna, negandogli per sempre la libertà e i piaceri derivanti dall’età adulta, mentre Barbablù è raffigurato come un influente ricco magnate della vita più oscura di Favolandia, con i suoi oscuri piani riesce sempre ad ottenere quello che vuole ma allo stesso mantiene la sua posizione di favola “buona” per così dire. Ci sono poi alcune favole che compariranno più avanti nella storia che mostreranno una personalità completamente diversa da quella che abbiamo conosciuto nella loro storia originale arrivando perfino ad essere le più meschine e malvage. L’aspetto più interessante della storia di Willingham è la sua capacità di rendere così umani tutti i personaggi di Favolandia, nonostante le loro peculiari caratteristiche fantastiche, essi hanno una vita sociale e sentimentale, si alzano alla mattina e trovano ristoro nella tazza di caffè o nella colazione al bar, sono fidanzati, sposati oppure hanno sei rapporti occasionali. Hanno più o meno tutti un lavoro e collaborano bene o male per mandare avanti la loro comunità. Non mancano inoltre come ho accennato prima casi di criminalità, omicidi, rapimenti e cospirazioni, c’è chi è assetato di potere e c’è chi difende la serenità del suo mondo, insomma ci sono tutti gli elementi necessari per rendere questa saga ricca di colpi di scena.


Veniamo ora alla parte grafica della saga, ho preferito parlarne a parte perché come molti fumetti americani Fables non vanta un unico disegnatore ma le tavole sono frutto della collaborazione di più artisti, ognuno adibito a un ruolo preciso, c’è quello che si occupa del disegno preparatorio a matita, poi abbiamo l’addetto alle chine, chi alle cover poi i colori e così via. I principali illustratori di Fables sono due il primo è Lan Medina a cui purtroppo non è stato il pieno ruolo a questa saga, dico purtroppo perché io trovo che i suoi disegni siano meravigliosi, lo stile di base è quello tipico dei lavori a fumetti in cui si sono cimentati Andy Warhol e Roy Lichtenstein nei lontani anni 60 solo che il grande quantitativo di dettagli del tratto e la capacità di interpretazione espressiva di questo artista fa si che si abbia davanti un disegno talmente realistico da non sembrare quasi un fumetto. Tra l’altro, e questo si può apprezzare soprattutto nella versione in bianco e nero dell’opera, i disegni di Medina si sposano alla perfezione con le chine di Steve Leialoha, principale inchiostratore della saga, i neri pieni conferiscono grande profondità alle figure e donano dei chiaroscuri spettacolari.



Il secondo artista è Mark Buckingham che poi diventerà il principale illustratore della saga, il suo stile si avvicina molto a quello di Medina per cui il distacco tra lo stile dell’uno o dell’altro tra i vari capitoli si sente poco solo che la perdita di dettaglio soprattutto nei volti si sente parecchio. Il tratto di Buckingham rimane ricco e particolareggiato ma risulta più sobrio e personalmente trovo in certi punti poco accattivante. I colori sono curati da Daniel Vozzo che io trova fantastico, in un solo elemento riesce a generare un ventaglio di sfumature pazzesco che rendono meno piatta la figura e tolgono quell’aria datata da fumetto vintage (non che io abbia niente in contrario contro i fumetti vintage). Il meglio si nota negli incarnati che risultano pieni e corposi e donano la giusta tridimensionalità alle figure. Per ultimo ma non meno importante, le cover dei volumi sono affidate a James Jean anche lui strabiliante, quest’uomo ha una fantasia incredibile perché riesce ad ogni albo a creare non un’illustrazione ma un vero e proprio sipario, perché in ogni disegno se osservato con attenzione si possono scorgere delle anticipazioni di quello che succederà nei capitoli del volume.


Fables è un opera che mi ha veramente catturato, era nella mia wishlist da tanto tempo consigliatami a piene mani dal mio fumettaro un miliardo di volte, ma mai recuperata. Ho approfittato della recente edizione economica della Lion per avvicinarmi alla saga e devo dire che ora che consolidato che continuerò a seguirla voglio cercare di recuperare anche i singoli volumi a colori per godere appieno di quest’opera. Consiglio vivamente a tutti di provarla la storia è accattivante e ricca di colpi di scena mentre i disegni come ho detto sono fantastici e meritano moltissimo. C’erto le edizioni a colori non proprio economiche, gli albi singoli si aggirano più o meno sui 15€ cad. (20€ massimo per quelli più corposi) mentre l’edizione deluxe cartonata supera i 25€ a volume. L’edizione da edicola è un buon compromesso, il prezzo si aggira sui 3€ circa a volume, certo sono in bianco e nero e l’edizione non è di lusso ma per avvicinarsi all’opera e capire se vi piace io penso che basti.

2 commenti:

  1. Ecco una di quelle opere che mi avevano incuriosito, vedendole in alcune fumetterie o in fiera, ma che non ho mai provato anche perché non sapevo orientarmi tra le varie edizioni, e, soprattutto, non capivo se si trattava di volumi unici o piuttosto di una serie. Grazie quindi dei chiarimenti, e credo proprio che non appena ne avrò l'occasione, darò un'occhiata di persona ^_^

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  2. Comprendo la tua confusione Hana, pensa che io una volta sono stato preso d'inganno dalla cover del 15° volume, sopra infatti c'è il numero 100 e mi ricordo che dissi al mio fumettaro: "Oh mamma ma quanti volumi devo recuperare?!", poi invece scoprii che non centrava niente XD
    Comunque io la consiglio vivamente, all'inizio anche io ero un po' titubante soprattutto nei primi capitoli ma poi mi ha catturato e ora non vedo l'ora di proseguire la lettura della saga. Come ho scritto, io per approcciarsi alla serie consiglio vivamente l'edizione in bianco e nero, almeno due o tre volumi anche perché la spesa è relativamente piccola, poi nulla vieta di recuperare l'edizione a colori che merita decisamente di più.

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