lunedì 7 luglio 2014

Recensione "Usagi Drop" di Yumi Unita

Cover del primo volume giapponese
Usagi Drop (うさぎドロップ) è uno josei manga dell’autrice Yumi Unita, pubblicato in patria a partire dall’ottobre 2005 sulla rivista Feel Young della Shodensha e raccolto successivamente in 10 tankobon. Dal manga è stato tratto anche un anime realizzato dallo studio Production I.G. con la regia di Kanta Kamei e composto di 11 episodi andati rispettivamente in onda dall’8 luglio al 6 settembre 2011 sulla tv Giapponese Fuji TV. Sempre nel 2011 è stato realizzato anche un live action, l’anteprima è stata trasmessa in Giappone il 20 agosto dello stesso anno. In Italia il manga è distribuito da GP Publishing a partire dall'ottobre del 2012 in un edizione con sovraccoperta e pagine a colori a 5,90€ a volume.

La storia parla di Daikichi un trentenne che viene a sapere dai parenti la recente morte del nonno materno all'età di 79 anni. Il giorno del funerale Daikichi fa la conoscenza di Rin una bambina molto silenziosa e introversa che il ragazzo scambia subito per la figlia di qualche parente. In realtà viene a scoprire dalla madre che Rin è la figlia del defunto nonno avuta da una relazione avvenuta circa sei anni prima con una donna attualmente scomparsa e di conseguenza la bambina è niente meno che la zia più giovane del ragazzo. Rimasto abbastanza sorpreso da questa rivelazione Daikichi trascorre il resto della funzione funebre continuando ad osservare la piccola Rin e notando quanto sia isolata dagli altri parenti. Più tardi tutti i parenti compreso Daikichi si incontrano per definire la spartizione dei beni del defunto e ovviamente viene sollevato anche il problema dell’affidamento della piccola Rin.

Subito tutti i parenti si dimostrano poco propensi ad assumersi la responsabilità della crescita
Il primo incontro
della bambina e irritato da questo comportamento Daikichi decide, trascinato dalle emozioni, di prendere in affidamento la piccola Rin e di portarla a casa con se. Ben presto si rende conto di quanto la sua decisione sia stata dettata dall'istinto, infatti non ha la minima idea di come si debba crescere una bambina di sei anni e sebbene la piccola Rin dimostri uno spiccato intelletto e una capacità alquanto sorprendente di indipendenza (arrivando in certi casi a superare perfino il nipote trentenne) ha delle necessità che solo un adulto può fornirle quali istruzione e sostentamento.

L’opera della Unita è un piccolo gioiellino, sebbene ai primi sguardi possa apparire una storia buffa e dai connotati comici in realtà dimostra ben presto di possedere anche uno spiccato sguardo alla realtà e una velata atmosfera di melanconia. La situazione in cui il protagonista maschile Daikichi si viene a trovare potrebbe essere associata a quella di un qualsiasi padre single che si trova da un momento all'altro a doversi occupare del proprio figlio. Quello su cui l’autrice si concentra maggiormente è lo sviluppo del rapporto trai i due protagonisti attraverso una serie di vicissitudini quotidiane tipiche dello slice of life che prendono in esame svariati aspetti della vita di una persona adulta alle prese con la crescita di un bambino. Il doversi occupare della piccola Rin sconvolgerà non poco la vita di Daikichi portandolo a rivoluzionare il suo stile di vita e a dover compiere decisioni importanti come il dover chiedere un trasferimento a un altro settore presso il suo datore di
lavoro per compensare l’impegno di dover accompagnare Rin all'asilo. L’introspezione psicologica dei personaggi la trovo molto accurata, sebbene Daikichi sia all'apparenza ancora un adolescente matura pian piano la sua parte più adulta proprio grazie a Rin che compensa il suo lato infantile con la sua inusuale maturità. Una delle scene più belle secondo me del primo volume è quella in cui la piccola Rin chiede a Daikichi di spegnere la TV perché il servizio del telegiornale sta parlando di malattie potenzialmente mortali. La
bambina ne rimane giustamente abbastanza scossa in quanto ha subito da poco la perdita del padre di cui quasi non conosceva nemmeno l’identità e non ha mai visto il volto di sua madre. Daikichi si rende conto quindi che alcuni atteggiamenti della bambina come avvinghiarsi a lui durante la notte altro non sono che una ricerca di affetto, in quanto la piccola ha paura che a causa di qualcosa di ancora ignoto per lei come la morte anche il ragazzo possa abbandonarla. Le vicende del manga sono quasi degli esempi pedagogici sviluppati con empatia.

Il tratto della Unita è essenzialmente molto semplice, le anatomie risultano leggermente
distorte creando figure lunghe e affusolate mentre buona parte dell’espressività viene concentrata nei volti. Tuttavia anche i corpi esprimono sensazioni e emozioni dal momento che i bambini sono alla continua ricerca di un contatto fisico per potersi aprire con gli adulti e l'autrice non esita a sfruttare questo particolare nelle tavole di maggiore intimità tra i due protagonisti. Per la raffigurazione della bambina l’autrice adotta un tratto molto più morbido e arioso al contrario di quello usato per Daikichi che appare un po’ più rigido e spigoloso, anche se ammetto che questa distinzione non mi dispiace affatto. Le tavole sono nel complesso molto pulite, l’uso della china, degli spazi bianchi e dei retini è molto ben bilanciato e questo aiuta moltissimo a mantenere la concentrazione sia sui disegni che sul testo. Gli sfondi sono abbastanza semplici, niente di elaborato tanto che in alcune vignette sono lasciati in bianco, ma si sposano bene con il tratto dei personaggi e vengono piacevolmente arricchiti alla necessità.

Un'opera molto particolare e sicuramente diversa dai comuni josei, il tocco maturo della narrazione e del tema trattato la rendono adatta secondo me adatta a un pubblico di lettori già abbastanza avviati col genere e abituati a trovarsi davanti delle storie leggermente più articolare. Tuttavia il tono fresco delle vicende e la solarità dell'autrice permettono che la storia venga apprezzata anche da un pubblico molto più vasto. Lo consiglio caldamente, ad ogni volume ti lascia qualcosa dentro, come se ogni capitolo crescessimo un po' anche noi insieme ai protagonisti.

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