sabato 6 giugno 2015

Recensione "Cuore Primitivo" di Andrea de Carlo

Titolo: Cuore primitivo
Data di pubblicazione: 17 Settembre 2014
Casa editrice: Bompiani
Autore: Andrea de Carlo
Prezzo: 18,00 €
Pagine: 368
ISBN: 9788845277405
Il mio voto: 

Trama dell'editore:

Mara Abbiati, scultrice di grandi gatti in pietra, e suo marito Craig Nolan, famoso antropologo inglese, hanno una piccola casa di vacanza vicino a Canciale, paesino ligure arrampicato tra il mare e l’Appennino. Un mattino d’estate Craig sale sul tetto per controllare da dove sia entrata la pioggia di un temporale estivo, e ci cade attraverso, quasi spezzandosi una gamba. Alla disperata ricerca di qualcuno che gli aggiusti la casa, vengono in contatto con Ivo Zanovelli, un costruttore con molte ombre nella vita. Nel corso di pochi giorni di un luglio incandescente l’equilibrio già precario di ognuno dei tre si rompe, e fa emergere con violenza dubbi, contraddizioni, desideri fino a quel momento dormienti. In Cuore Primitivo, il suo diciottesimo romanzo, Andrea De Carlo utilizza le tecniche di spostamento della prospettiva sviluppate in Giro di vento, Leielui e Villa Metaphora, per raccontare a capitoli alterni le ragioni dei tre protagonisti in tutta la loro complessa, incontrollabile verità.

La mia opinione:
Gli ho dato tre stelle solo perché gli ultimi capitoli mi hanno tenuto un po' con il fiato sospeso e perché il finale tutto sommato mi ha sorpreso. Tuttavia nella sua complessità mi sento di affermare che sicuramente non è un libro tra quelli di De Carlo che consiglierei. Indubbiamente è scritto con con una grande capacità linguistica ma a livello narrativo risulta incredibilmente prolisso, ripetitivo e in parecchie occasioni anche noioso, sono del parere che se l'autore avesse evitato di condire la storia con riferimenti scientifici al limite dell'accademico e si fosse concentrato maggiormente sulle relazioni tra i personaggi si sarebbe risparmiato minimo un centinaio di pagine. Indubbiamente i capitoli che più ho apprezzato sono stati quelli narrati dal punto di vista di Mara Abbiati e Ivo Zanovelli perché più sentimentali mentre quelli di Craig Noland mi spiace ma ho ho fatto grande fatica a finirli perché partivano con riflessioni del personaggio riguardanti il suo rapporto con la moglie e gli altri personaggi ma poi cadevano inesorabilmente nella documentazione scientifica e a citazioni al limite del sopportabile. Forse l'aspetto più interessante di come è impostato il volume è proprio questo, in base a chi lo narra il capitolo rispecchia il suo narratore. Infatti i capitoli di Mara sono ricchi di sentimento e passione, quelli di Ivo anche con l'aggiunta di elementi leggermente più drammatici mentre quelli di Nolad sono principalmente freddi e scientifici.

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